Vaccini e autismo: quali prove scientifiche?

L’autismo è un disturbo neuro psichiatrico che fa paura a molte famiglie, per tanti motivi. Innanzitutto colpisce i bambini piccoli, spesso in maniera quasi improvvisa ed è difficile intervenire: non esistono, infatti, trattamenti universali e i pochi disponibili: non esistono, infatti, trattamenti universali e i pochi disponibili sono poco efficaci.

L’importanza dei vaccini e l’incubo autismo

Questo rende l’autismo, ancora oggi nonostante i progressi della medicina e della scienza, una patologia misteriosa e per giunta in leggero aumento. Ed è proprio questo mistero, questa difficoltà nell’identificare il colpevole, a spingere le stesse famiglie a cercare possibili imputati. Uno di questi sono i vaccini e in particolare quello trivalente, così chiamato perchè serve ad immunizzare il corpo da morbillo, parotite e rosolia. Ma come mai sono in molti a credere che tra le vaccinazioni e l’autismo ci possa essere un legame? Cerchiamo di ripercorrere tutta la storia.

I vaccini sono una delle invenzioni più importanti dell’umanità perchè hanno permesso, in poche decine di anni, di salvare milioni di vite umane, riducendo drasticamente – è addirittura debellando – molte malattie che un tempo erano mortali. Una fra queste era il morbillo, patologia estremamente contagiosa che oggi viene percepita come lieve. In realtà si calcola che fino al 1980 le morti a causa del morbillo fossero circa 2 milioni all’anno. Fortunatamente grazie alle vaccinazioni, i decessi, dovuti principalmente alle complicanze, oggi sono molto meno e l’incidenza del morbillo è scesa a meno dell’1% nelle persone sotto i 30 anni.

Stati Uniti ed Europa: percentuali a confronto sul vaccino

Rispetto agli Stati Uniti, la situazione in Europa è più preoccupante e variegata, a causa dei frequenti focolai epidemici che si sono diffusi negli ultimi anni, E’ ancora drammatica, invece, in alcune zone del pianeta, dove le condizioni igieniche sono basse e la copertura vaccinale non è sufficiente. Il vaccino MPR è stato autorizzato negli anni Settanta e raccomandato in tutto il mondo da più di vent’anni. Generalmente viene somministrato a bambini intorno all’età di un anno.

Verso i 5-6 anni di età, prima dell’inizio delle scuole, si dà ai bambini una seconda dose per immunizzare i soggetti che eventualmente non erano stati immunizzati con la prima. Solo in casi eccezionali questa seconda dose è somministrata a breve distanza dalla prima, ma sempre con un intervallo minimo di quattro settimane. Il periodo di somministrazione del vaccino e di comparsa dei sintomi dell’autismo è lo stesso e questo è un elemento chiave per le preoccupazioni sul possibile legame vaccino-autismo.